Per anni il tracciamento marketing avanzato è stato considerato il cuore di ogni strategia digitale.
Pixel di Meta, tag di Google, sistemi di remarketing, dashboard di conversione: tutto ruotava intorno all’idea di seguire l’utente ovunque, capendo cosa faceva, cosa cliccava, cosa lo spingeva a comprare.
Era un mondo apparentemente perfetto.
Fino a quando, silenziosamente, la privacy è diventata, giustamente, un diritto da proteggere, e le regole del gioco sono cambiate.
Oggi, con l’entrata in vigore della LPD svizzera e il consolidamento del GDPR europeo, quella libertà di tracciamento è diventata un ricordo.
Per monitorare i comportamenti digitali nel vecchio stile serve un consenso esplicito dell’utente.
E quel consenso, nella maggior parte dei casi, non arriva mai.
Il risultato?
Le dashboard dei marketer si sono svuotate, i dati sono diventati frammentari e i report sempre meno attendibili.
Le piccole e medie aziende che si affidano ancora a sistemi come il pixel di Meta o il tag di Google spesso prendono decisioni su dati incompleti, e questo potrebbe essere ancora più pericoloso che non avere dati del tutto.
Eppure, la soluzione non è tornare indietro, ma cambiare prospettiva.
Infatti ho ragionato molto su come potevo tracciare dati utili e essenziali per comprendere meglio cosa succedeva dietro le quinte di una campagna pubblicitaria o del traffico di visitatori che arrivava sul sito.
Quando il tracciamento diventa limitato, serve iniziare a leggere ciò che accade in modo diverso.
Per questo ho smesso di concentrarmi su cosa fanno gli utenti fuori dal mio sito e ho iniziato a osservare cosa fanno dentro.
Ho cominciato a monitorare l’engagement reale:
- quali gruppi di pagine vengono visitate,
- da quale canale provengono i visitatori, e di conseguenza
- quali argomenti visitano e con quale engagement,
- da dove arrivano i visitatori e con quale engagement
E invece di collegare tutto a un pixel esterno, ho incrociato questi dati con la Contabilità Aumentata, di cui ho parlato nell'articolo di approfondimento della scorsa settimana.
In pratica, ho unito due mondi che raramente dialogano tra loro:
- la contabilità, che rappresenta i fatti economici reali dell’azienda,
- e il marketing, che rappresenta le azioni che generano quei risultati.
Quando queste informazioni vengono osservate insieme, attraverso una logica integrata, supportata da un’intelligenza artificiale conforme e sicura o con dati anonimizzati, si ottiene una visione completamente nuova.
Si riesce a capire:
- quali azioni di marketing portano davvero risultati economici concreti,
- qual è il flusso di canali che porta il visitatore da un utente sconosciuto a cliente,
- dove si disperdono tempo e risorse e soprattutto su quali canali e risorse concentrarsi maggiormente.
Non servono più dati personali, tracciamenti invasivi o cookie di terze parti.
Serve metodo, consapevolezza e la volontà di leggere il business da un punto di vista più alto.
È quello che chiamo marketing etico e intelligente: un approccio che non sfrutta i dati delle persone, ma fa parlare i propri. Continuando a considerare l'approccio di gestione della privacy e della sicurezza come leva di marketing.
E quando i numeri del marketing si intrecciano con quelli della contabilità, nasce una nuova disciplina: la Contabilità Aumentata, capace di raccontarti non solo quanto hai guadagnato, ma perché hai ottenuto quei risultati.
Questo articolo fa parte di un percorso più ampio che sto condividendo in una serie di quattro video e articoli:
un viaggio che ti accompagna dai dati alla contabilità, dal marketing all’intelligenza artificiale, per imparare a leggere e migliorare il vero motore della tua azienda.
Da domenica scorsa, per quattro settimane, approfondisco un tema concreto legato a un percorso e alla crescita sostenibile delle PMI e dei freelance digitalmente consapevoli.
Non parlo di teoria, ma di pratica: ciò che applico ogni giorno nella mia attività di consulente software e nella gestione del mio ecosistema digitale.
La prossima settimana parlerò di misurazione dell'andamento dell'engagement sul sito e sui social media.
Perché oggi il vero vantaggio competitivo non è avere più dati di prima.
È sapere interpretare meglio quelli che sono sotto il naso di tutti.
Resta agile. Continua a eccellere. Guida il cambiamento.

